2008-2010 | La Collezione

La collezione allestimento 2008-2010

54.malaktion agosto 2008 museo nitsch, napoli
108.lehraktion 05.07.2001 “le tribù dell’arte II”, galleria d’arte moderna, roma
96.aktion 26.05.1996 pfingstfest – festa di pentecoste, vigna san martino, napoli
18b.malaktion giugno-luglio 1986 casa morra, napoli
68.aktion 20.09.1980 convento delle oblate, firenze
63.aktion 10.06.1978 teatro romano, trieste
55.aktion 01.06.1977 requiem für meine frau beate chiesa santa lucia, bologna
51.aktion 24.06.1976 artefiera bologna – stand studio morra e pari&dispari, bologna
47.aktion 18-20.10.1974 kunstmesse – stand studio morra, düsseldorf
45.aktion 10.04.1974 studio morra, napoli
laboratorio delle essenze, dei profumi e dei colori dell’o. m. theater
fotografie delle azioni 1962-1966

Il primo allestimento biennale che inaugura il Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch intende documentare la produzione dell’artista austriaco supportata da Giuseppe Morra nel contesto nazionale ed internazionale a partire dalla storica 45.aktion allo Studio Morra di via Calabritto del 1974.
Oltre ad accogliere una grande tela proveniente dalla 68.aktion di Firenze (1980), già esposta a Documenta 7, la sala centrale ospita un nucleo di opere della 108.lehraktion alla GAM di Roma – realizzata nel 2001 in occasione della mostra Tribù dell’arte II curata da Achille Bonito Oliva – nella quale il padre dell’Azionismo Viennese ha dimostrato alcuni elementi di base del suo teatro con esempi pratici. La centralità accordata a questi relitti nell’economia dell’allestimento è piuttosto significativa sul piano simbolico poiché l’idea di dedicare uno spazio museale a Nitsch prende consistenza nei pensieri di Giuseppe Morra proprio durante l’azione romana: “In quell’occasione presi coscienza che avrei dovuto realizzare qualcosa di molto particolare che seguisse con coerenza la mia grande ammirazione per Nitsch”.
L’allestimento della serie di pitture nere della 54.malaktion – realizzata nell’agosto 2008 per il tunnel di collegamento tra il museo e la Biblioteca per le arti contemporanee – è pensato per essere permanente. Nitsch ha descritto questa azione come “un intrinseco scambio con la sostanza […] la liquidità del colore [nero] è versata, schizzata e spruzzata mischiandosi sulla tela, il processo è dinamico ed estatico”. A questo rapporto viscerale e diretto con la sostanza fa da contrappunto apollineo la scaffalatura della sala centrale (recuperata e restaurata direttamente dalla ex centrale elettrica) dove è allestito il laboratorio delle essenze, dei profumi e dei colori dell’o. m. theater, emblema del gusto di Nitsch per la dimensione alchemica oltre che di quello per gli apparati tecnici che mediano storicamente il rapporto tra l’uomo e i tabù legati al corpo.