2020-2022 | Sinfonia Napoli

Sinfonia Napoli a cura di Giuseppe Morra allestimento 2020-2022

158.aktion 18.09.2020 museo nitsch napoli
85.malaktion 12-14.09.2020 museo nitsch napoli
15.09.2018 dieci anni museo nitsch napoli
79.malaktion giugno-luglio 2018 schloss prinzendorf
152.aktion 8.10.2017 casa morra archivi d’arte contemporanea napoli
147.aktion 7.05.2016 villa stuck münchen
2015 omaggio ad Alberto Burri palazzo albizzini città di castello
140.aktion 21.09.2013 lehraktion abc art berlin contemporary, berlino
135.aktion 14.05.2012 dionysos versus the crucified (part 1) istituto superior de arte 11.biennale havana cuba
54.malaktion agosto 2008 museo nitsch napoli
aktion 24-27.1.1988 schloss prinzendorf
45.aktion 10.04.1974 studio morra napoli
die eroberung von jerusalem
laboratorio delle essenze dei profumi e dei colori dell’o. m. theater
fotografie 152.aktion 8.10.2017 casa morra archivi d’arte contemporanea napoli
fotografie aktion 1962-1966
scala vico II avvocata

“Veniamo risvegliati dalla morte che avviene innumerevoli volte al nostro essere (esistenza)”. Hermann Nitsch

L’allestimento Sinfonia Napoli 2020 è progettato per il risveglio di una sensibilità atrofizzata, nell’anno in cui la sospensione del tempo ha negato il divenire della vita e intorpidito la percezione dell’esserci (Dasein), dell’essere qui. Il progetto di riallestimento è il risultato della residenza di Hermann Nitsch a Napoli nei giorni che hanno preceduto la riapertura del Museo al pubblico: durante la sua permanenza egli ha realizzato la 85.malaktion azione pittorica di tre giorni e diretto la 158.aktion, il cui svolgimento si è accentrato nella monumentale Stiertrage (barella per toro) ospitata nella sala centrale. L’allestimento prende il titolo dalla partitura musicale scritta da Nitsch appositamente per la nuova azione napoletana, come omaggio a Napoli e a Giuseppe Morra.
La produzione che restituisce con maggiore evidenza il senso profondo del riallestimento biennale è costituita dalle dodici tele realizzate nella 85.malaktion esposte nella sala delle colonne. In queste pitture che celebrano la vita attraverso l’esaltazione delle cromie viene anzitutto conservata la preoccupazione fondamentale di Nitsch già presente nei suoi più celebri monocromi di rosso sangue: partendo dalla lezione della psicanalisi, del colore vengono enfatizzate essenzialmente le qualità materiche o sostanziali – pastosità, liquidità, temperatura e umidità – in analogia al rimosso della sessualità repressa e delle secrezioni corporee. Ma per arrivare a questa abbondanza cromatica Nitsch è passato anche dalla perseverante scomposizione della luce in tonalità, dagli esercizi cromatici, dal gioco teorico di corrispondenze olfattive, tattili, gustative del colore. Queste due ricerche parallele – la prima indifferente al colore, la seconda indifferente alla sostanza – trovano una gioiosa sintesi in questa recente produzione di impasti di luce.
Nella malaktion sono resi visibili “il verificarsi eccessivo, creativo, furioso dell’essere, così come la calma vegetativa”, vale a dire, forze contraddittorie che per potersi manifestare simultaneamente esigono una gestualità omologante: seppure Nitsch dipinge replicando le azioni rituali del Teatro delle Orge e dei Misteri – sventrare, spalmare e versare -, affondando le dita nella pasta e aprendo il compasso del braccio, egli registra sulla tela vortici, onde e vapori come puntuali riferimenti all’ultimo canto del Tristano e Isotta di Wagner (definita da Nitsch stesso “la più grande opera d’arte che ha come tema l’amore”). La forza di questa messa in forma del colore sta tutta nell’azione che essa esercita sulla percezione visiva dello spettatore – che non è mai solamente retinica ma sempre multimodale – inducendolo ad accogliere la ricchezza dello stimolo sensoriale per aprirsi, auspicabilmente, allo stesso coinvolgimento cosmico cantato da Isotta nel finale del dramma wagneriano: debbo io […] dolcemente in vapori dissiparmi?
Federico Decandia