Testi

la pittura e l’orgien mysterien theater

la sostanza della sensualità che mi affascinava l’ho vista realizzata dagli artisti informali. essi avevano composto sulla superficie pittorica ciò che io volevo fare nel teatro. improvvisamente volevo riempire di pittura le strutture del mio teatro. sognavo superfici imbrattate, insudiciate. tutte le sostanze che utilizzavo nel teatro dovevano scorrere sulle pareti. sangue mestruale, pus, cera bollente, sterco di vacca, urina dovevano colare e gocciolare in flussi densi. chiazze di melma dovevano esser sbattute sul muro e schizzare. vedevo davanti a me delle pastose e colorate formazioni di melma simili ad intestini, incrostati e addensati nell’applicazione. si doveva aprire un accesso nel subconscio, nel viscido, nell’interno corporeo, nelle cavità, nell’uterino, nel mondo del sessuale, dell’erotico. quasi subito mi sono redarguito, dovevo forse produrre scenari, doveva il mio teatro, che faticosamente si era liberato, nuovamente limitarsi con delle scenografie? se questa pittura dedotta dal mio teatro doveva avere un senso, allora doveva avvenire solo all’interno del teatro come processo drammatico, come evento che accade nel tempo. sviluppai una pittura di azione intrinseca al mio teatro. il cospargere le pareti veniva concepito come un processo teatrale nel tempo. l’azione era importante quanto il risultato. questa pittura diventava la grammatica visuale delle mie azioni su una superficie pittorica e l’accesso rituale ai miei eventi performativi. il processo dionisiaco, questa pittura di azione spesso estaticamente eccessiva, conduceva alle attività eccessive delle azioni.